Ludovico M. Nesbitt

Giorgio Barani, ottobre 2004

Fotografie di Alberto Vascon

 

Ludovico Nesbitt, esploratore inglese ma italianissimo di anima, di educazione e di simpatie, nacque a Roma nel 1891 da padre inglese e madre italiana e morì in Svizzera il 19 luglio  1935 in un incidente aviatorio con un trimotore olandese mentre preparava il viaggio in automobile Cairo-Città del Capo. Per una strana e dolorosa fatalità, venti giorni dopo perì in un’identica disgrazia un altro illustre esploratore italiano della Dancalia, il barone Raimondo Franchetti.

Nel 1912, appena laureato ingegnere minerario, partì per il Transvaal dove rimase quattro anni come direttore delle miniere aurifere; in seguito fu negli Stati Uniti, a Cuba, nell’Orinoco e nelle foreste del Venezuela, incaricato di delimitare i confini di quello stato. Nel 1928 attraversò la Dancalia, fece il rilievo topografico di 52.000 km di terre ignote ed osservazioni astronomiche, geologiche e mineralogiche. Della Dancalia si sapeva solo che era una regione estremamente arida e torrida, con una popolazione scarsissima, completamente nomade, molto povera e che la sua stessa miseria rendeva feroce. Si conoscevano racconti di qualche mercante indigeno sull’indole sanguinaria di quei predoni e si citavano le due spedizioni italiane dei compianti Giulietti e Biglieri del 1881 e del Bianchi nel 1884, entrambe massacrate, e delle quali erano state distrutte tutte le notizie che certo essi avevano raccolto durante i pochi giorni nei quali erano potuti penetrare nella regione. Dei luoghi dell’eccidio non si conosceva che Egreri dove morirono Giulietti e Biglieri, ma del Bianchi si ignorava perfino dove fosse caduto. Da allora nessuno si inoltrò più nella Dancalia per esplorarla seriamente, eccetto l’ingegner Cavagnari del genio civile e il professor Vinassa de Regny, che nel 1920 fecero qualche rapida incursione dal retroterra della colonia di Assab, esplorando soltanto una piccola zona nella parte orientale della Dancalia, nei dintorni e al sud del cosiddetto Piano del Sale, e scoprendo il lago Afdera. Ragion per cui fino al 1928 non si avevano assolutamente notizie dell’interno e una carta della Dancalia si sarebbe dovuta tracciare a somiglianza di quelle dei geografi portoghesi che, visitando parte dell’Abissinia e dopo averne tracciato sommariamente i confini, per riempire gli spazi vuoti vi scrivevano dentro Hic sunt leones.

Ludovico M. Nesbitt, pur disponendo di modestissimi mezzi, decise di svelare il mistero della Sfinge Dancala. Nei primi mesi del 1928 organizzò una carovana composta da 15 indigeni, 25 cammelli, 12 fucili, 200 cartucce; lo accompagnavano due italiani, Tullio Pastori di Padova di professione commerciante e cercatore di miniere e Giuseppe Rosina di Trecate, colono e negoziante. Nesbitt nel suo libro La Dancalia esplorata del 1930 così descrive i suoi due compagni di avventura:

Pastori, di poco oltre la quarantina, sbarbato, viso asciutto, calvo, due occhi esperti che sono punte d’acciaio, slanciato, con gambe lunghissime da trampoliere che appunto lo rendono quel formidabile camminatore che è. Uomo che se si propone una meta, vi arriva se non lo arresta la morte e se gli ostacoli sono superabili con forze umane. Viaggiatore con record d’eccezione aveva già percorso l’Africa da sud a nord da est a ovest. Espertissimo nel viaggiare in carovane di ogni specie, scopritore di miniere, quella ad esempio di sali potassici di Dallol, in Abissinia, presso il confine eritreo. Organizzatore di trasporti di pellegrini alla Mecca, coltivatore di cotone nel Sudan, proprietario di mulini per l’olio di semi, ideatore delle più disparate imprese di terra e di mare, introduce il siero vaccinogeno in Abissinia e con cento altri lavori e negozi e viaggi e strapazzi, comprime, in ogni giorno di oltre venti anni di vita africana, un’esperienza che pochi uomini possono vantarsi di possedere.

Rosina uomo più anziano, tranquillo, modesto, rettissimo si volgerebbe altrove per evitare provocazioni, tanto è incline alla calma ed ha l’animo mite. Benestante in Italia, chissà mai come e perché or sono più di venti anni, malgrado la queta uniformità del suo spirito, segue un emigrante che gli magnifica l’Etiopia. Assieme partono per il Mar Rosso e Rosina è fornito di un buon corredo di vestiario e di denaro e di fucili. Si cominciava allora la Gibuti - Addis Abeba e per assuefarsi a tutto si mette anche lui a lavorare lungo la linea; non era andato in quei luoghi per sport! Ma dopo le prime durissime esperienze egli indietreggiò e consumò il danaro portato seco nell’Africa. Poi il bisogno lo risospinse al lavoro. Avrebbe potuto tornarsene a Trecate: non volle, anche per non fare una brutta figura con amici e parenti: ragione ridicola e che pur troppo assai spesso spinge a rimanere su di una insostenibile breccia”.

La spedizione partì il 13 marzo 1928 dal ponte di Auasc sul 9° parallelo, attraversò il Grande Rettangolo Dancalo, in tutta la sua maggiore lunghezza, da sud a nord. Sino all’Aussa, il cui Sultano fece agli esploratori festose accoglienze, il viaggio fu relativamente facile, ma usciti dal sultanato, nello sterminato deserto, tra le sabbie ardenti e le rocce vulcaniche acuminate e taglienti come lame, attraverso le inospitali lande del Birù e del Piano del Sale, il Nesbitt e i suoi compagni conobbero momenti drammatici. Ebbero tre uomini uccisi dagli indigeni, ne videro impazzire per il caldo e per l’orrore altri due, lottarono con la sete, con la stanchezza, con la disperazione, in una temperatura infernale che raggiungeva i 70° all’ombra ma, ad onta di tutto, riuscirono a raggiungere il piccolo porto di Mersa Fatima sul Mar Rosso, dove si imbarcarono per Massaua, dopo un viaggio di 114 giorni, dei quali 106 furono impiegati in Dancalia. Nesbitt eseguì rilievi geografici percorrendo circa 1300 km, riportò notizie, piani particolareggiati, fotografie di genti e luoghi e più di cento disegni a penna pubblicati dalla Royal Geographic Society di Londra.

Nesbitt, Rosina e Pastori rintracciarono anche il luogo ove avvenne nel 1884 l’eccidio della spedizione Bianchi, identificandolo nella Pozza di Tio, nel sultanato del Birù nella Dancalia Superiore.      

Ludovico Marcello Nesbitt
 
Il percorso della Spedizione da Stazione Auasc a Mersa Fatma
 
Assaita, sede del sultano dell'Aussa
 
Il deserto di Sardò
 
La pozza di Galeic
 
Il profilo seghettato del Sakkadahara
 
Il vulcano Afdera
 
Così è apparso l'Afdera alla Spedizione
 
La piana lavica dell'Ale Bagu (Ummuna)
 
La Spedizione scopre la catena vulcanica dell'Ertale
 
L'oasi di Uaideddo
 
Verso il Sabba
 
Le carovane del sale
 
L'Assale in secca
 
La Piana del Sale
 

Le Colonne di Dallol, sul fondo di mare disseccato. Pilastri del portale che vide la nostra uscita dalla Dancalia.

Ludovico Nesbitt 1930

 

Bibliografia:

Gabriele Gregoletto, Pianeta Terra. Dizionario di navigatori, esploratori, scienziati e viaggiatori che, con le loro azioni o imprese piccole e grandi, contribuirono principalmente alla conoscenza geografica della Terra, Cornedo Vicentino, Dicembre 2004 (edizione provvisoria; cfr. per Ludwig Nesbitt le pp. 32-33 della seconda  parte del volume).

Ludovico M. Nesbitt, La Dancalia esplorata. Narrazione della prima e sola spedizione che abbia finora percorso la Dancalia nell’intera sua lunghezza, Firenze, R. Bemporad & Figlio, 1930.

Ludovico M. Nesbitt, La febbre dell’oro. La tragica vita dei minatori del Tranvaal, Firenze, R. Bemporad & Figlio, 1933.

Ludovico M. Nesbitt, La Dancalia esplorata (Etiopia Orientale). Narrazione della prima e sola spedizione che ha percorso la Dancalia nell’intera sua lunghezza, seconda edizione, Firenze, R. Bemporad & Figlio, 1935.

Ludovico M. Nesbitt, Orenoco, Varese, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, 1938.

Angelo Umiltà, Gli Italiani in Africa. Con appendici monografiche su esploratori e personaggi che calcarono il suolo africano dal 1800 al 1943, a cura di Giorgio Barani e Manlio Bonati, Reggio Emilia, T&M Associati Editore, 2004 (cfr. per Ludovico Nesbitt le pp. 527-530).

Silvio Zavatti, Gli esploratori nel mondo, Forlì, Casa Editrice Zavatti, 1943 (cfr. per Ludovico Nesbitt la p. 109).

Silvio Zavatti, Uomini verso l’ignoto. Gli esploratori del mondo, Ancona, Gilberto Bagaloni Editore, 1979 (cfr. per Ludovico Nesbitt la p. 289).

 

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http://www.etiopiamagica.it/tra-it.htm
La traversata della Dancalia - Marzo 2003
 

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