Etiopia magica

 
La chiesa di Debra Brehàn Sellassié a Gondar
Gianni Storelli e Alberto Vascon, primavera 2005
 
 

La chiesa della Trinità, conosciuta come Debra Brehàn Sellassié, sorge sulla collina di Debra Brehàn, il Monte della Luce, a pochi minuti dal centro di Gondar, sul lato est della città. Fu fondata da Iasu il Grande, imperatore d’Etiopia, che regnò dal 1682 al 1706. E' di forma rettangolare e si trova al centro di un boschetto sacro di ginepri secolari, circondata da un alto muro rinforzato da torrioni. Come in quasi tutte le chiese etiopiche, le pareti interne sono coperte da antiche pitture murali. Sulla parete destra sono raffigurate scene della vita di Gesù, su quella di fronte all’ingresso vi è il Cristo in croce, la Trinità e la Madonna con Santi e Sante. Sulla parete sinistra vi sono Santi e Imperatori a cavallo, S. Giorgio, altre scene della vita di Gesù, la Madonna e altri Santi. Il soffitto è decorato con oltre cento cherubini. Secondo Stanislaw Chojnacki, il più grande studioso dell’arte pittorica etiopica, le pitture risalgono al tempo di Iasu. Secondo l’archeologo francese Guy Annequin la chiesa originaria era invece rotonda, e quella attuale sarebbe stata costruita intorno al 1820.

 

L'ingresso al recinto della chiesa, fra secolari alberi di ginepro

 

 

L'interno della chiesa, con le due porte che danno accesso al meqdès, chiamato anche cheddusà cheddusàn, Santo dei Santi, il santuario dove viene conservato il Tabòt.

 

 

Il soffitto è sostenuto da travi di legno sulle quali sono incollati i dipinti

 

 

Particolare degli archi degli ingressi al meqdès

 

 

 

Particolare del Cristo

La Trinità, con raffigurati agli angoli gli Arbatu Insesà, i Quattro Animali dell'Apocalisse, che secondo la tradizione cristiana rappresentano i quattro Evangelisti.

 

A fianco della Trinità si vedono alcuni dei 24 Vegliardi del Cielo, al di sotto vi è una Natività col bue e l'asino, e un pastore che si avvicina timidamente con in braccio un agnello.

 

Decorazione della parete sinistra

 

 

S. Giorgio, protettore dell'Etiopia, è sempre raffigurato su un cavallo bianco

 

 

 

 

 

Qirqòs (Cercòs), martire cristiano a tre anni, con sua madre Giulitta. E' il Santo cristiano Quirico o Ciro, martirizzato in Cilicia al tempo della persecuzione di Diocleziano.

 

 

La parete destra della chiesa

 

 

L'ultima cena, sulla parete destra della chiesa

 

L'ingresso a Gerusalemme e il lavaggio dei piedi

 

La trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor

 

Saitàn

 

 

Miniature dal Vangelo della chiesa

 

 

 

 

 
 
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