La Milizia Forestale |
Nicky Di Paolo, 2-7-06 |
Come è ben noto, molte regioni dell’Eritrea e in minor misura, anche dell’Etiopia, sono decisamente poco ricche di flora, nella maggior parte dei casi da riferirsi a carenza idrica. Nella dinamica e complessa opera di costruzione avvenuta negli anni ’30 nel Corno d’Africa, divenne imperativo creare e far divenire subito operante, quale organo del Governo Generale dell’Africa Orientale, una Milizia Forestale con una serie di compiti ben definiti:
La Milizia Forestale operava come un piccolo esercito, ma al posto delle armi i militi usano vanghe e picconi.
Risultati Sono state costruite caserme per la Milizia Forestale su tutto il territorio del Corno. Se esaminiamo la produzione anche limitatamente ad un solo anno, ad esempio nel 1938, la Milizia Forestale realizzò in Africa Orientale, in 12 mesi, una produzione di 618 mila metri cubi di legname da opera, di circa un milione e mezzo di quintali di legna da ardere ed oltre 31 mila quintali di carbone: interventi programmati ed ampiamente compensati con decine e decine di vastissimi nuovi comprensori boschivi. Questo ricavato veniva messo in buona parte a disposizione delle popolazioni ed in piccola parte in vendita a prezzi bassissimi. I vivai, diffusi su tutti i territori, permisero di dare un ritmo costante e crescente alla distribuzione gratuita di piantine a chiunque ne facesse richiesta, con l’unico obbligo di documentare la nascita dei nuovi boschi. Basti ricordare che mentre nel 1935 vennero distribuite 400.000 piantine, nel 1937 erano già divenute 2.400.000 con un andamento esponenziale. Nel 1938 nel Corno erano presenti 700.000 ettari di piante resinose, 2.500.000 ettari di latifoglie, e inoltre boscaglia a densità normale per 25 milioni di ettari e a densità ridotta per 35 milioni di ettari. Tutto questo però non poteva ritenersi sufficiente . C’è da ricordare che fin dal 1904 era stato fondato a Firenze, da un gruppo di appassionati studiosi di ambienti tropicali, l’Istituto Agricolo Coloniale Italiano, con la finalità di compiere studi e ricerche in appoggio ai servizi agrari inerenti i territori africani: in seguito prese il nome di Istituto Agronomico d’Oltremare i cui scopi erano gli stessi, ma gli obiettivi principali era divenuti tre:
L’Istituto fiorentino collaborò intensamente con la Milizia Forestale dell’Africa Orientale, sia perché questa forniva il materiale di studio (centinaia di piante nuove da classificare e studiare), sia perché l’Istituto impartiva le direttive per ottimizzare le colture e la creazione di boschi, per indicare le piante più adatte alla grande varietà di terreni, di clima e di altitudine presenti nel Corno, per consigliare i tipi di pozzi e di bacini artificiali più confacenti alle varie zone aride, per prevenire e per curare le malattie delle piante tropicali, e come già accennato per preparare personale idoneo a quel tipo di lavoro. I risultati ottenuti in tutto il Corno d’Africa furono ottimi, tanto che l’opera dell’Istituto è sopravvissuta alla caduta dei governi coloniali, alle guerre mondiali e ai recenti conflitti tra Eritrea ed Etiopia. L’Istituto fiorentino ha proseguito nella sua opera fino ad oggi continuando a preparare il personale e a condurre studi per ottimizzare l’agricoltura in tutta l’Africa. Attualmente l’Istituto Agronomico per l’Oltremare è anche l'organo di consulenza e assistenza tecnica e scientifica del Ministero degli Affari Esteri, nel campo della cooperazione allo sviluppo nei settori dell'agricoltura e dell'ambiente dei paesi in via di sviluppo.
Ho avuto
necessità di consultare gli archivi di questo Ente e ho potuto
constatarne l’efficienza.
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Rimboschimento con eucalipti eseguito nei dintorni di Addis Abeba dalla Milizia Forestale
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Un vivaio della Milizia Forestale ad Adua
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Vivaio della Milizia Forestale nei pressi di Asmara
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Risanamento ed intenso infoltimento del parco di Bet Gherghìs ad Asmara |
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