Giochi sull'eba
Angela Pisani

 

Siedono sul prato due bimbe intente ai loro giochi; sparsi sull'erba pentolini e bambole, giocattoli antichi che hanno ancora sapore di nostalgia. I rami a ventaglio di un'antica palma ondeggiano nella brezza del mattino inoltrato, quasi musica di sottofondo al chiacchiericcio delle bimbe, un parlottare soffuso, dove si intrecciano parole tigrine e parole italiane.

 

Lisa e Tesfa si conoscono da quando frequentano l'asilo; ora, più grandicelle, sono unite da un forte legame di affetto e complicità; hanno persino inventato un linguaggio tutto loro che si divertono ad usare specialmente in presenza degli adulti; un gioco che le fa sentire più grandi.

 

Tesfa ha i capelli corti e ricci che lasciano scoperto un visetto vivace dalla pelle color cioccolato.

Appena arriva a casa di Lisa, si toglie le scarpe: semplici sandali di plastica azzurri; li metterà solamente quando sarà l' ora di tornare a casa : potrebbero sciuparsi! Gli occhi grandi e scuri come l'ebano, si muovono curiosi fra i tanti giocattoli; il suo è uno sguardo attento, pronto a cogliere nuove modalità di gioco.

 

Lisa, appena più piccola di lei, ha i capelli color rame, il visetto paffuto è  pieno di lentiggini. Sulla testa porta sempre un cappellino  civettuolo tutto fronzoli e nastri: il sole dell 'altopiano africano potrebbe farle male. Ai piedini  scarpette di capretto bianco, morbide come guanti;  non c'è pericolo che le sciupi, lei ama i giochi tranquilli: niente corse per il grande giardino, ricco di piante lussureggianti.

 

Oggi il gioco si srotola con una pigrizia insolita. Forse saranno i primi caldi  dopo le piccole piogge di marzo e aprile a lasciare nel corpo lentezza di movimenti e di pensieri. Ma all'improvviso Tesfa, come richiamata dal vento, si alza e comincia a danzare, energia pura che si muove seguendo un suo ritmo interiore. I piedini scalzi sfiorano appena l'erba; lieve farfalla che si sveglia alla vita.

 

Lisa segue imbambolata i movimenti armoniosi dell'amica che continua a girarle intorno, come per farsi ammirare il vestito della festa che oggi la mamma le ha permesso di indossare. “ Torna a giocare! dice con una voce  prepotente Lisa, ma Tesfa, presa da una gioia incontenibile, continua la sua danza che diventa sempre più frenetica, quasi una danza tribale.

 

Lisa ha una smorfia stizzosa e fa volare in aria  piattini e pentolini, colmi di teneri fiori raccolti con amore dalla compagna. Trilli  gioiosi si espandono nell'aria “questo sì che è un bel gioco!“ esclama e anche  le bambole, tenere farfalle senza anima, volano in ogni dove.

 

Tesfa  si ferma e la guarda, un 'ombra severa negli occhi, ora due carboni accesi; la sua boccuccia trema. Con parole che hanno dentro la forza di un grido, sussurra: “era così bello il nostro gioco!”. Grosse lacrime si fermano sulle lunghe ciglia. Poi, con la pazienza antica ereditata dai suoi avi, raccoglie bambole e bambolotti, li accarezza dolcemente, e con cura li dispone attorno, quasi a creare una maggiore intimità. Saranno i silenziosi spettatori di una fiaba africana che la bimba comincia a raccontare.

 

Lisa ascolta assorta il suono grave delle parole di Tesfa; l'atmosfera, carica di magia, ha per sfondo una vasta piana punteggiata qua e là da cespugli  e arbusti: la savana.

Il racconto di Tesfa si snoda in un  silenzio irreale.

 

“Due piccole gazzelle giocano allegre in un grande prato senza erba; la loro mamma è lì vicino.

Hanno tanta voglia di giocare e non sentono che la mamma chiama.

Ad un tratto una gazzella si ferma, muove la  piccola coda, ha sentito un rumore, là dove i cespugli sono più alti .

Ritorna il silenzio; solo il zzzz... di un moscone.

Le due piccole bestie annusano l 'aria, il nasino trema: c'è odore di leone lì vicino.

Poi si mettono a correre, fanno salti lunghi, lunghi, mentre il cuore batte forte, forte...

Ora la leonessa è lì, molto vicina....

Quando il sole va a dormire, nel cielo  c'è una  grande macchia rossa; ma... anche nella sabbia c'è una brutta macchia rossa.
La gazzella più piccola...

 

Rabbrividisce Lisa, ha gli occhi spalancati, cupi di paura; un grido simile a pianto rompe l 'aria: “mamma, mamma, la gazzella muore... E corre la bimba fra le braccia della mamma. Tesfa se ne sta  in disparte, immobile, il visetto  triste, non capisce;  poi a fior di labbra sussurra “ma è così bella la mia storia”...

 

 

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