La leggenda della fodazione di Gondar

Angra, 10-11-2010

 

Quando il negus Fasil salì al trono del padre atzié Sussinios - che si era convertito al cattolicesimo gettando il suo paese in una devastante guerra civile - ripristinò immediatamente la fede alessandrina. Per questa sua decisione, Dio gli concesse di scoprire la località il cui nome iniziava per G e che sarebbe diventata la nuova capitale del regno.

Fasil, che in quel tempo dimorava a Denchez, decise un giorno di andare a caccia e gli capitò di inseguire con il suo cavallo un giovane bufalo che aveva avvistato.

Quando era ormai stanco e lacero per avere attraversato la fitta boscaglia, gli apparve un piccolo stagno nel quale il bufalo si gettò scomparendo.

Mentre Fasil era ancora immobile per la meraviglia, ecco apparire dalle acque dello stagno un venerando eremita che pronunciò queste parole “Dio ti ha guidato e questo è il luogo preannunciato per la nuova capitale del regno; si chiama Gondar che vuol dire Paradiso di Esra e di Enoc. Qui dove si trova questo stagno farai erigere un castello.” A questo punto il venerando benedisse Fasil e scomparve nello stagno.

Fasil, rientrato a Denchez, diede ordine al suo esercito e a tutti i suoi sudditi di dirigersi allo stagno portando seco tutte le mandrie perché marciando spianassero il terreno dove doveva sorgere la nuova capitale. Chiamò anche tutti gli operai portoghesi che erano rimasti nel regno ed altri ne fece venire da fuori.

Fu così, almeno si narra, che nacque Gondar, l’allora bella, ricca e potente capitale del regno di atzié Fasil.

Fotografia di Alberto Vascon

Gondar

 

 

 

 

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