Mar  Rosso

ANGRA

 

 

Mar Rosso. Questo mare, così diverso da tutti gli altri, fu chiamato, nel corso dei secoli, con vari nomi. “Il Verde”, “Mare di Giddah”, “Mare di Qulzum”, “Mare Rubrum”, “Erytrà Thalata”, “Acquario di Allah”.

 

Non credo che esista un altro mare così carico di storia, di leggende, di miti. Nessun mare è mai stato “guadato” da un intero popolo. Un mare dalle imprevedibili ire, dalla navigazione incredibilmente perigliosa. Un mare che si chiude con uno stretto dal nome minaccioso “Bab-el-Mandeb (la porta del pianto)!

 

Un mare fantastico e collerico, fomentatore di sogni e di scoperte, dalle acque fantastiche ed ammalianti. Un mare che ha visto grandiose civiltà e città affascinanti e romanzesche come Suakin.

 

Acquario di Allah per la sua varietà di pesci e di coralli che non ha uguali, acquario dove potete incontrare delfini, squali, razze maculate, cernie giganti, molluschi, oloturie, barracuda, granchi dagli occhi telescopici… per le sue acque di smeraldo (Il Verde) che, secondo la leggenda, risvegliano la mente.

 

Meraviglie senza fine di un mare che ha inghiottito un numero imprecisato di navi e di naviganti.

 

Ma pare che la sua sorte stia per mutare e piuttosto rapidamente. Insediamenti turistici sempre più massicci, numerosi e pacchiani stanno invadendo le coste del Mar Rosso: Sharm el-Sheikh, Hurgada, Safada, Al-Quseir, Marsa Alam tanto per fare qualche nome, mentre della bella e famosa Suakin non restano che rovine.

 

Ogni anno migliaia di sub si immergono per la ricerca e lo studio dei numerosi relitti identificati, sempre più turisti minacciano i pinnacoli, gli archi e i giardini di corallo mentre la pesca si intensifica specialmente ad opera degli orientali che vanno alla ricerca delle pinne di pescecane e di alcuni molluschi usati in medicina…

 

Forse tra pochi decenni, le sponde del Mar Rosso somiglieranno, a parte il clima, alla Riviera ligure, alla Costa Azzurra, alla Riviera romagnola, a quei “paradisi tropicali” strapieni di falsi villaggi indigeni, a Honolulu con i suoi palazzoni a pochi metri dal mare.

 

La caccia al profitto non risparmia niente. Immaginate poi, se come si vocifera, le Dalakh e la Dankalia dovessero nascondere giacimenti petroliferi!

 

Le pacchianate multimiliardarie sul tipo di quelle di Dubai fiorirebbero anche sull’ultimo lembo di paradiso incontaminato.

 

Un futuro non lontano vedrà torme di turisti tutto compreso affollare ogni centimetro di spiaggia; sacchetti di plastica, lattine e bottiglie sostituiranno le conchiglie e i fieri dankali si trasformeranno in vu cumprà.

 

Rombanti motoscafi e moto d’acqua metteranno in fuga gli splendidi pesci, lussuose imbarcazioni da diporto faranno sparire i romantici sambuchi, il rumore caccerà il silenzio e Gurgussum vedrà distese di ombrelloni, di corpi seminudi e di famiglie intente ad abbuffarsi.

Il Verde degraderà nel Marrone!

 

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