Il viaggio |
ANGRA |
Non so spiegarmi perché mi sia, improvvisamente, venuta la voglia di fare un viaggio in Eritrea, non fisicamente, ma soltanto attingendo alla valigetta dei miei ricordi. Un viaggio racchiuso nei limiti temporali che vanno dal 1942 al 1970 perché, secondo me, quel periodo è stata l’età dell’oro per il paese. Un fervore di opere, un miracolo di ingegnosità, uno spirito di sacrificio ed una volontà indomabile dettero il via alla rinascita dell’Eritrea. Già nel 1943, due anni soltanto dalla fine della guerra, si tenne una Mostra dei prodotti delle risorte attività industriali e artigianali, Mostra che ebbe un grande successo. Una società multietnica, multireligiosa e multiculturale formata dalle varie comunità straniere residenti (italiani, greci, indiani, arabi, armeni, ebrei) e dalle popolazioni locali lavorò intensamente al progetto comune di avviare il paese sulla strada del benessere. Le città eritree erano piene di vita ed il livello economico continuava ad aumentare: industriali, artigiani, commercianti, agricoltori sembrava facessero a gara per sviluppare sempre di più le loro attività. Non ci si accontentava più del mercato locale, ma si esportava nei paesi limitrofi e, successivamente, anche in Europa a certificare la qualità delle produzioni locali. E collateralmente alle attività lavorative, si svilupparono di pari passo quelle sociali: sport, spettacolo, cultura, arti e mondanità riempivano il tempo libero ed arricchivano anche spiritualmente la popolazione. Io ho ancora negli occhi il porto di Massaua con le grandi navi provenienti dall’Europa, dall’Australia, dal Golfo Persico… Decameré con le sue cento officine… Assab in pieno sviluppo… Keren al centro di un intenso sviluppo agricolo… il bassopiano con i suoi ricchi bananeti e l’estesa piantagione di cotone… gli autocarri carichi di prodotti lavorati diretti verso tutte le località dell’impero… gli ospedali con i medici italiani anche nelle cittadine remote… le scuole aperte ovunque… Spettacoli teatrali, mostre di pittura e di arte orafa, concerti, conferenze, pubblicazioni di giornali e riviste, sfilate di moda… Era un’Eritrea che sembrava destinata a diventare un modello per l’intera Africa. Ma, a questo punto, il mio viaggio si interrompe perché non mi interessa proseguire attraverso le rovine di un sogno.
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