Odoardo Beccari
(nato a Firenze il 16 novembre 1843, ivi morto
il 25 ottobre 1920) si laureò in Scienze
Naturali a Bologna. Nel 1865 compì con Giacomo
Doria un viaggio in Borneo, dove vi rimase fino
al 1868. A Genova il 14 febbraio 1870 con Arturo
Issel salpò sul piroscafo Africa per
raggiungere il marchese Orazio Antinori ed
esplorare alcune località abissine. Fece ritorno
in patria nell’ottobre dello stesso anno. Sulla
fine del 1871 si imbarcò con Luigi Maria D’Albertis
per l’Estremo Oriente ed esplorò le Isole
Molucche e la Nuova Guinea. Nel 1873, guarito
dal vaiolo, si stabilì alle isole Aru dove
raccolse piante ed animali. Fece naufragio su un
prahu diretto alle isole Kei. Risiedette
ad Amboina per sistemare le sue importanti
raccolte, poi raggiunse le Molucche e le Celebes.
Si fermò tra il 1873 e il 1874 a Makassar. Si
spostò nelle grandi isole di Kabaena e Muna, poi
a Kendari, ancora a Makassar e a Bali, a Giava,
a Bogor, a Batavia, a Amboina salpò per la
Nuova Guinea occidentale (22 gennaio 1875),
arrivando all’isola di Sorong. A Dorei il 2
giugno 1875 trovò la Vettor Pisani. Da
Dorei andò ad Andai, dove intraprese
l’esplorazione dei monti Arfak. Il 4 luglio 1875
giunse a Ternate, dopo una tragica traversata in
quanto quasi tutti i suoi uomini perirono di
beri-beri. Per conoscere sempre di più la
Malesia, si unì ad una spedizione olandese e,
tra il novembre 1875 e il gennaio 1876 visitò
Ternate, l’Isola di Salvatti, Dorei, Awek,
Misool, la baia di Gouns ed altre località.
Rivide l’Italia soltanto nel 1876 e la sua
Firenze il 14 luglio. Il fascino dell’oriente lo
mise di nuovo in viaggio, questa volta con
l’amico Enrico Alberto D’Albertis, cugino
dell’altro D’Albertis. Partirono da Genova il 14
ottobre 1877. Si recarono a Bombay, Lahore,
Delhi e a Calcutta. Proseguirono per Singapore,
Kutcing, Sydney e Melbourne. Videro la Tasmania,
la Nuova Zelanda e Singapore, dove si separò da
Enrico Alberto D’Albertis. Da solo andò a Giava
e nel maggio 1878 mise piede a Padang per poi
esplorare il monte Singalang, un vulcano
estinto. Raggiunse, poi, Sumatra dove mise
ordine alle raccolte. Il 22 ottobre era a
Bangkok per rientrare finalmente nella sua
Firenze alla fine di dicembre del 1878. Come
botanico raccolse e studiò per tutta la vita la
flora dei paesi che aveva conosciuto. Il suo
testo più famoso si intitola Nelle foreste di
Borneo. Viaggi e ricerche di un naturalista,
terminato di scrivere nel 1901 e pubblicato a
Firenze nel 1902. Fu professore di botanica
all’Istituto di Studi Superiori di Firenze e per
breve tempo assunse la direzione delle
collezioni e del giardino botanico della sua
città natale. Ma, dopo varie delusioni, si
ritirò a vita privata per dedicarsi allo studio
di quanto aveva portato dalla Malesia. Fu un
uomo dal carattere fiero ed indipendente. Nel
1882 si sposò con Nella Goretti de Flaminj,
dalla quale ebbe quattro figli. Nello, il figlio
primogenito, pubblicò alcuni lavori postumi del
genitore. Beccari morì mentre dormiva, non si
accorse del trapasso. L’amico Raffaello Gestro
nel 1921 ricordava che “se si voleva vedere
Odoardo Beccari si era sicuri di trovarlo sempre
al Museo in Via Romana nel suo gabinetto che era
molto angusto e reso anche più stretto da
montagne di pacchi di piante secche e da una
vera foresta di campioni di Palme, alcune alte
varii metri. […] Egli viveva lieto e sereno in
mezzo a tutti questi ingombri e trascorreva il
suo tempo descrivendo le nuove specie”. Cfr.
Angelo De Gubernatis, Piccolo Dizionario dei
Contemporanei Italiani, Roma, Forzani e C.
Tipografi del Senato, 1895, p. 79;
Gabriele Gregoletto, Pianeta Terra.
Dizionario di navigatori, esploratori,
scienziati e viaggiatori che, con le loro azioni
o imprese piccole e grandi, contribuirono
principalmente alla conoscenza geografica della
Terra, Cornedo Vicentino, dicembre 2004
(edizione provvisoria fuori commercio), p. 14;
Rodolfo Pichi Sermolli, La vita e le opere di
Odoardo Beccari, in Nelle foreste di
Borneo di Odoardo Beccari, Milano, Longanesi
& C., 1982; Francesco Rodolico, Naturalisti –
esploratori dell’Ottocento italiano. Antologia
scientifica e letteraria, Firenze, Le
Monnier, 1967; Silvio Zavatti, Uomini verso
l’ignoto. Gli esploratori nel mondo, Ancona,
Gilberto Bagaloni Editore, 1979, p. 46.