Il
deggiazmàcc Cassa Mercia, capo del Tembièn, discendente dal
ramo imperiale salomonide per via di madre, salì al trono
d’Etiopia il 21 gennaio 1872, e assunse il nome imperiale di
Giovanni IV. Come Teodoro, Giovanni voleva riunificare
l’Etiopia, ma si trovò subito in difficoltà: a sud Menelik,
re dello Scioa, ambiva al trono in quanto discendente, per
via paterna, dall’imperatore Libne Dinghìl; sui confini
settentrionali e orientali premeva l’Egitto, che era anche
subentrato all’impero ottomano nel controllo del Mar Rosso e
dell’Oceano Indiano, e aveva occupato il Senhìt in Eritrea e
l’emirato di Harar in Etiopia.
Nel 1875
una compagnia di 2.000 soldati egiziani avevano invaso l’Hamasièn.
Giovanni mobilitò 2.000 soldati e li batté a Gundèt, nella
valle del Marèb; l’anno dopo, con un esercito di 200.000
abissini, annientò 15.000 egiziani a Gura in una battaglia
che durò 3 giorni. Gura pose fine alle ambizioni egiziane
sull’Etiopia.
Nel
maggio 1881 la rivolta del mahdi cacciò gli anglo-egiziani
dal Sudan, e ciò provocò la fine delle ambizioni
anglo-egiziane anche sui mari. Nel 1884 l’aumento del potere
del mahdi suggerì agli inglesi di abbandonare le ultime
posizioni nel Sudan e di disimpegnarsi dal Mar Rosso. Il 5
febbraio 1885 il colonnello Tancredi Saletta sbarcò a
Massaua con 807 uomini e succedette agli anglo-egiziani
nell’occupazione del porto.
Gli italiani sostituirono gli egiziani anche all’interno, ma
furono attaccati da ras Alula a Sahatì e a Dogali. Nel 1888
gli italiani rioccuparono Sahatì col gen. Alessandro Asinari
di San Marzano, e Giovanni IV radunò 80.000 uomini che si
posizionarono nei pressi del forte. Dopo alcune settimane
Giovanni, ritiratosi dalle posizioni di minaccia
davanti agli avamposti italiani di Sahatì, giudicando
inopportuna un'avanzata o stancatosi di attendere
un'offensiva italiana, mosse col suo esercito all'interno
dell'Abissinia al fine di punire quei suoi tributari, quali
Teclè Haimanòt del Goggiam e Menelik dello Scioa, che
avevano dimostrato di tradirlo.
Messo a ferro e fuoco il Goggiam, risolse di non accettare
la battaglia con Menelik, preferendo arginare una pericolosa
invasione dei dervisci sudanesi. Si scontrò con essi a
Metemma, e quivi trovò la morte, non si sa bene se il 9, 10
o l'11 marzo 1889.
Prima di morire nominò quale erede al trono ras Mangascià,
che confidò essere suo figlio, avuto dalla moglie di suo
fratello. I dervisci riuscirono a impadronirsi del corpo di
Giovanni IV e ne staccarono la testa, che inviarono al
califfo di Omdurman, successore del mahdi (questo era morto
nel 1885).
Il figlio legittimo di Giovanni IV, Araià Sellassié, avuto
da una donna musulmana, certa Halima, era morto diciottenne
nel giugno del 1888. Araià Sellassié era stato fatto
sposare, appena decenne, con la figlia seienne di Menelik,
Zauditù. Con la sua morte si spezzava l'unico legame che
univa Menelik a Giovanni.
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