Etiopia magica

 

Chidane Mehrèt - Il culto della Vergine presso gli Abissini

Alberto Vascon, autunno 2003

Pubblicato su Missioni Consolata Aprile 2006 - Dossier Etiopia: Radicati nella croce

 
 

IIn Eritrea, sul versante orientale della valle dell’Anseba, a una quindicina di chilometri da Elaberèt, piccolo borgo agricolo nei pressi della città di Cheren, sorge un monte letteralmente coperto di blocchi di granito. Sono blocchi di tutte le dimensioni, massi di forma rotondeggiante che possono arrivare fino all’impressionante misura di dieci metri di diametro. Sulla cima poi di massi ce ne sono una decina, ed appaiono come grosse sfere cadute dal cielo. E’ il monte di Debra Sina. Di qui, la leggenda racconta, dopo le sofferenze patite in Egitto a causa della fame, della sete e dell’esilio, transitò la Sacra Famiglia nel viaggio di ritorno verso la Palestina. Con la Famiglia di Gesù vi erano anche Salomè con i due angeli Michele e Gabriele, che non avevano mai abbandonato i fuggitivi.

 

La fuga in Egitto, dal Vangelo della chiesa di Debra Brhan Sellassié a Gondar.

 

Debra Sina, Eritrea. Dentro questo enorme blocco di granito è stata ricavata la chiesa del Salvatore.

Dopo il Senhìt, la Sacra Famiglia si fermò sul  monte Bizen ed in altre località dell’Etiopia, fra cui Axum e l’isola di Tsanà. In Etiopia la Sacra Famiglia si trattenne per tre anni e sei mesi compiendo numerosi prodigi e trovando amorevole ospitalità. Per compensare la Madre delle sofferenze patite, e gli abissini per l’ospitalità offerta, Gesù donò l’Etiopia a sua Madre come feudo, Resta Mariam, in perpetuo retaggio. Maria divenne perciò Padrona, Feudataria e Regina del Paese. Onorati di servire una donna della stirpe di Davide, ricettacolo della Parola di Dio, gli Abissini divennero servi di Maria e la chiamarono Immebietaccìn, Nostra Padrona di casa. L’Abissinia è il paese della Madre di Dio, gli abissini, suoi servi, popolo eletto fra gli eletti.

L'Incoronata, chiesa di Ura Chidane Mehrèt, lago Tana

 

In Eritrea e in Etiopia si racconta che un giorno Maria, in preghiera sul Calvario dove era solita recarsi dopo la morte di Gesù, supplicò suo Figlio di esaudire il suo desiderio. Il Figlio scese dal cielo accompagnato da migliaia di Angeli e chiese alla Madre quale fosse il suo desiderio. Maria lo implorò di salvare dalle pene dell’inferno chiunque invocasse il suo nome, ne celebrasse la memoria o facesse opere di carità. Gesù promise a Maria che avrebbe fatto come da lei richiesto. Ogni abissino che avesse chiesto a Maria di intercedere presso suo Figlio sarebbe stato salvato. Gli abissini chiamarono Maria con l’appellativo Chidane Mehrèt, Patto di Misericordia. Tale Patto, nella loro credenza, è come un terzo o Nuovissimo Testamento per la salvezza del genere umano.

 

Chidane Mehrèt, il Patto di Misericordia. Dipinto murale della chiesa di Ura Chidane Mehrèt, lago Tana.

 

Maria è per gli abissini la Madre misericordiosa, colei che apre la via al Paradiso. E’ doppiamente vergine, pura nel corpo e nello spirito, maestra di fede, di speranza e di carità, la santa dei santi, al di sotto di Dio ma sopra gli angeli e i serafini. E’ Madre della Parola di Dio fattasi carne, porta d’ingresso al mistero della Trinità, Madre dell’Emmanuele, della Vita, della Luce, del vero Sole, è l’abitazione del Figlio, la casa dello Spirito Santo, la colomba di Salomone, la verga soccorritrice di Mosè che divise il Mar Rosso.

 

Nella tradizione abissina Maria è inoltre identificata con il Tempio Santo di Gerusalemme in cui ha preso dimora Dio mediante l’Arca dell’Alleanza. Maria è la nuova Sion, la nuova Arca dell’Alleanza, la nuova dimora di Dio. A lei è dedicata la prima chiesa etiopica, la cattedrale di Mariam Tsion ad Axum. In Etiopia ci sono 22.000 chiese, molte delle quali portano il nome di Maria. I nomi di luoghi e di persone spesso ricordano la Madonna: Haile-Mariam, Forza di Maria, Ghebre Mariam, Servo di Maria, Uolde Mariam, Figlio di Maria e tanti altri ancora.

 

Come discendente di Davide, Maria è imparentata con Menelik figlio di Salomone e della regina di Saba. Maria, la più splendente delle creature dell’Universo, è sorella di sangue degli abissini. Nel XV sec. il santo imperatore Zera Iacòb prescrisse, a pena di scomunica, la lettura del libro etiopico dei Miracoli di Maria (testo liturgico che risale alla prima metà del XIV secolo) ad ogni festa mariana e durante le domeniche. Oltre alla domenica, Maria è celebrata dagli abissini con inni, lodi e cantici  in 33 feste mariane durante l’anno. Viene poi celebrata quattro volte per ogni mese del calendario etiopico: il primo del mese si celebra la Natività, il tre la Presentazione al Tempio di Gerusalemme, il 16 il Patto di Misericordia, il 21 è celebrata Maria Sion Arca dell’Alleanza. La più solenne festa di Maria è il festival di Hiddàr Tsion che cade il 21 del mese di hiddàr, che corrisponde al 28 novembre. In questo giorno si celebrano tre eventi legati all'Arca: il 21 hiddàr è il giorno in cui Menelik portò l’Arca dell’Alleanza ad Aksum, e quello in cui gli imperatori Abrehà e Atsbehà fondarono la prima chiesa d’Etiopia ad Aksum e decretarono il Cristianesimo la religione ufficiale dell’Etiopia; nello stesso giorno infine ritornò l’Arca dal lago Zuai, dove era stata trasportata per sfuggire alle distruzioni di Gudit nel X sec. In questa festa l'Arca è celebrata e identificata con Maria.

 

L'Annunciazione, dal Vangelo di Debra Brhan Sellassiè, Gondar

 
Lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra: per questo il bambino santo che nascerà, sarà chiamato Figlio di Dio.

Luca 1,35

Con S. Luca la Madre di Dio comincia ad essere identificata come la nuova Arca, il tabernacolo vivente della Parola di Dio.

 

Naturalmente in tutte le feste di Maria, oltre al Vangelo, viene letto il libro etiopico dei Miracoli di Maria. I suoi miracoli vengono letti con la stessa solennità prevista per la lettura del Vangelo: si canta l’Alleluia prima della lettura del miracolo, si fa la triplice processione attorno alla chiesa col libro, si venera con incenso e prostrazioni. Ci sono poi le preghiere per tutti i giorni della settimana  e per ogni giorno dell’anno, un carme per ognuna delle 193 lettere dell’alfabeto etiopico, e innumerevoli scritti e cantici. Da non dimenticare anche le bellissime Armonie mariane, preghiere per i giorni della settimana. Nella pratica devozionale è molto diffuso, sia tra il clero che tra i semplici fedeli, l’uso di leggere quotidianamente i Miracoli di Maria.

 

Tripla processione attorno alla chiesa durante la celebrazione di Maria, chiesa di Debra Damo.

 

Come esempio di purezza del corpo e dello spirito, Maria è venerata in particolar modo dai monaci, che usano il libro dei Miracoli tutti i giorni. Il suo nome è sempre scritto in rosso nei testi sacri. Nel corso dei secoli gli abissini hanno sviluppato alcune tradizioni che agli occidentali possono sembrare leggenda, ma che essi considerano verità rivelata e materia di fede. Maria ha origine da una perla posta da Dio in Adamo e portata di generazione in generazione solo da uomini giusti fino a Gioacchino ed Anna. La pietà Mariana degli abissini è anche di natura dogmatica, fondata su profonde convinzioni teologiche per il fatto che la Madonna è la creatura più eccelsa dell’Universo, nel cui verginale seno si operò la mirabile unione di due esseri infinitamente distanti: la natura divina e la natura umana.

 

Madonna con Bambino e arcangeli Gabriele e Michele, chiesa di Pietro e Paolo sull'Amba Bianca, Tigrai, XIV secolo.

 

Bellissima Madonna con Santi su antico ventaglio di preghiera, XIV sec, chiesa dell'abuna Abraham nel Gheralta, Tigrai.

 

Madonna del tipo di S. Luca, divulgata dai missionari portoghesi nel XVI sec.

 

Nella Dormizione Gesù si presenta al letto della Madre e accoglie la sua anima, rappresentata da una bambina in fasce, davanti agli Apostoli venuti a venerarla da tutti gli angoli della terra. Sullo sfondo Davide suona l'arpa. Chiesa di Mariam Tsion ad Aksum.

 

Madonna con Bambino sull'altare maggiore della cattedrale di Addis Abeba

 
 
 
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