Lettere di un tempo passato

 

 

Inutile stare a recriminare. È un po’ di tempo che questo sito langue. Le cause sono tante e talmente evidenti che non val la pena di elencarle. Gli attuali redattori e collaboratori sono anzianotti e scrivere costa fatica. Chi poi, come noi, scrive di un‘Africa vera , prima o dopo esaurisce il suo bagaglio di ricordi e, non avendo i pregi del vero scrittore, non sa usare la fantasia senza la quale la narrativa va poco lontana. Per tenere vivo il sito, dobbiamo darci da fare, quindi, e spremere bene le meningi per far scaturire qualche idea nuova che stimoli l’attenzione del visitatore, abituale o nuovo che sia.

Sono molto disordinato: il mio studio in particolare  desta la continua indignazione di chi mi vive vicino e lo sgomento dell’ospite che non sa dove mettere mani e piedi in quella folle confusione. Per me quel caos è vitale, stimolante, indispensabile, e solo di rado concedo riordini e pulizie; durante una di queste ultime sofferte intrusioni sono emerse diverse lettere personali, inviatemi da amici e conoscenti. Rileggerne alcune mi ha fatto piacere, altre mi hanno commosso, come quelle che mi scrisse in tempi recenti il mio professore asmarino di  filosofia, Baldo Biagetti che non rinunciava a riprendermi dove rilevava alcuni miei errori o più semplicemente dove mi rimproverava se non la pensavo come  lui.
È stato naturale chiedermi perché queste lettere così belle non possano leggerle tutti e, dopo aver ponderato l’argomento con gli altri redattori, è stato deciso di aprire una rubrica “Lettere di un tempo passato”, dove tutti potranno  pubblicare lettere importanti ricevute nella loro vita pur che abbiano una stretta attinenza con il Corno d’Africa e non ledano la morale comune. 

Gli storici sfruttano moltissimo la corrispondenza  fra  personaggi  per definire periodi o avvenimenti, e anche nel nostro caso le lettere potrebbero aiutare a scrivere la nostra storia.

Comincerò col pubblicare quattro lettere scrittemi  da Baldo  Biagetti, personaggio che non ha bisogno di presentazione.

 


Nicky Di Paolo

6-6-2012

 

 

 
 

Nel 2001 Angelo Granara inviò a  me e ad atri questa lettera nella quale esprimeva il suo parere riguardo la discussione, sorta in quel periodo, se la politica potesse o meno essere dipendente dalla storia e viceversa. Senza entrare nel merito dell'argomento, è piacevole leggere questo saggio di bravura giornalistica dove è evidente non solo l'eleganza dell’espressione ma anche la capacità di esprimere e condensare in poche righe concetti così ostici e così profondi.

Nicky Di Paolo

 

 

 

Una letterina di Cesare Alfieri

 

Mentre continuiamo ad incoraggiare i nostri lettori affinché ci inviano lettere degli anni passati, ma che abbiano ancora importanza dal punto di vista affettivo e culturale, pubblichiamo volentieri una letterina di Cesare Alfieri inviata a Nicky il 1° aprile del '96. Lasciamo a chi legge rilevare l'affettuosità e la dolcezza di questo uomo indimenticabile.

 

 

 

 

 

Una lettera di 115 anni fa

Nella rubrica delle lettere del passato mi sembra interessante inserire questa missiva indirizzata al comando militare dell'Eritrea con la quale mio nonno, assieme ad un commilitone, richiede la restituzione del suo fondo accumulato negli anni trascorsi nel genio militare. La cifra, che ora sembra irrisoria, a quei tempi permise a mio nonno di vendere la baracca di Gherar e acquistare all'Asmara in Piazza della Posta un fondo dove installò un laboratorio di falegnameria. In poco tempo sopra il laboratorio costruì un appartamento e aumentò la superficie dei fondi installando una ditta di importazioni di legname che in seguito si allargò a mobili di tutti  tipi. Moltissimi sono stati i militari che hanno agito come mio nonno e cominciarono a tessere quella rete commerciale e artigianale che permise la nascita dell’Asmara.

Alla lettera allego la sua trascrizione per una migliore comprensione.

Nicky di Paolo

 

 Al Signor Comand.te delle R. Truppe

Asmara

25/12/1898

 

Oggetto

Domande degli operai  Bonifacio Luigi e  Di Paolo Nicola per la restituzione del fondo proprio.

 

Gli operai Bonifacio Luigi e Di Paolo Nicola, addetti al laboratorio del genio e proprietari di una baracca a Gherar (Massaua ndr), mi hanno presentato la munita domanda tendenti ad ottenere la restituzione del loro fondo rimpatrio, ai sensi dell'Ordinanza Governatoriale N° 24 del 12 corrente, inserita nel N° 47 del Bollettino Ufficiale delle Colonie.

Mi onoro pertanto trasmettere alla S. V. le domande stesse, affinché qualora nulla trovi in contrario, voglia compiacersi di inoltrare all'Ufficio Tecnico Coloniale al quale sono dirette, aggiungendo che i suddetti operai hanno depositato a tutto il 15 corrente le seguenti somme già versate al predetto ufficio:

Bonifacio Luigi         ₤ 218. 00

Di Paolo Nicola        ₤ 125. 75

 

Il Comandante locale 

 

 

 

Gasc

 

Baldo Biagetti

 

 

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