Baldo Biagetti

Nicky Di Paolo, settembre 2009

 

Baldo Biagetti lo annovero nel nostro sito www.ilcornodafrica.it fra I Personaggi  che hanno vissuto nel  Corno D’Africa. Lo includo senza pensarci molto, sicuro di fare una cosa giusta.

Tutti i nostri connazionali che erano in Eritrea dal 1949 al 1961 hanno sentito parlare di Baldo Biagetti, uomo di grande cultura e di indiscusso carisma, mentre chi, nello stesso periodo, ha frequento il liceo all’Asmara, ha conosciuto il Prof. Biagetti, insegnante di Filosofia. A questo punto ho già fatto un errore grossolano malgrado sia stato uno di quelli che frequentarono  in quegli anni il liceo Martini all’Asmara. Il mio macroscopico sbaglio è quello di aver definito Biagetti insegnante o professore di filosofia in quanto lui, al contrario, era un filosofo che insegnava a noi giovani come prendere contatto con la sua materia. La differenza è evidente; aveva poco dell’insegnante, mentre aveva le stigmate dell’uomo di pensiero. Con lui era inutile studiare la filosofia sui libri di testo; non c’era nulla di quello che lui voleva sapere.

Ciò che pretendeva dai suoi studenti era quello che presentava in aula, la sua elaborazione del pensiero filosofico, tanto personale quanto ardita, tanto brillante quanto attuale. Hegel, Kant, Vico, Gentile (Biagetti fu allievo di Gentile) fra i suoi preferiti. Noi studenti, quando parlava, prendevamo appunti in un religioso silenzio. A casa confrontavamo i nostri scritti e li completavamo. Con questo sistema non c’erano problemi a rispondere a tono alle sue interrogazioni.

Biagetti aveva un carissimo amico all’Asmara, insegnante di disegno e ottimo pittore, Aldo Scabbia con il quale, nei momenti di libertà, se ne andava in giro per il Corno d’Africa, sempre soli, alla ricerca  della soluzione di quell’arcano mistero che strega chiunque viva per un certo tempo in quel posto; la malia non poteva risparmiare un filosofo che per giunta desiderava capire attraverso l’Africa anche se stesso. Scabbia fece il ritratto a Biagetti, ritratto assolutamente somigliante e che la dice lunga su come Scabbia viveva il rapporto con il suo amico filosofo.

Studiavo Medicina quando Baldo Biagetti si trasferì in Turchia, proseguendo i suoi programmi didattici.

Avvertii allora la sua mancanza anche se la filosofia avevo smesso di studiarla. Mi mancava il Prof.Biagetti quando nelle serate che il CUA dedicava ai dilettanti, sedeva in seconda fila ad ascoltarci per poi incitarci a continuare. Mi mancava quando con Scabbia ci esortava a scoprire l’ Africa, lontano dalle città, l’Africa ancora incontaminata dalla “civiltà” occidentale, l’Africa le cui genti vivevano ancora un’esistenza pura, molto più vicina a quella dei grandi filosofi di quello che si poteva immaginare.

Mi interessai di lui e lo seguii con il pensiero nelle sue successive peregrinazioni, dalla Turchia alla Spagna e poi in Iugoslavia per rientrare infine in Italia nel 1972, dove insegnò per qualche anno ancora nel liceo di Lucca.

Tutte le numerose volte che tornai in Eritrea continuai a pensare a Biagetti con un senso di riconoscenza per avermi aiutato a capire e ad amare l’Africa e, quando nel 1999 riuscii a stabilire un contatto, lo incontrai a Lucca. Lui non lo so, io ero commosso quando lo vidi e un caloroso e lungo abbraccio certificò che non poteva cascare nell’oblio la magnifica esperienza di essere stato allievo di Baldo Biagetti. Un anno dopo pubblicò “Dopo Tutto”, una sorta di confessione catartica dove con estrema onestà mise in discussione la sua vita di studioso, di uomo e di filosofo. La sua prima citazione era dal Don Chisciotte “ Ciò che diceva era sensato, elegante e bene espresso e ciò che faceva era assurdo, temerario e stupido”  dove lui si riconosceva perfettamente, ma lasciava al lettore il proprio giudizio personale.

Dopo un po’ ci siamo ripersi come succede sempre fra chi è separato da una certa distanza. Nel 2005 pubblicò Riflessioni e Rifrazioni; saggi che valutano l’importanza dell'arte e in particolare della poesia, nel vissuto dell'uomo, senza tralasciare di vagliare il ruolo della scienza e della storia, altra sua materia di insegnamento.

La notizia della sua morte, come avviene per tutti i grandi che lasciano questo mondo, ha creato un altro vuoto. Sono tanti i vuoti che si creano intorno a noi con il trascorrere degli anni, ma Biagetti, deceduto a 90 anni, ci ha elargito, prima di morire, l’ultima lezione di filosofia: lavorare fino all’ultimo, lasciando vitale l’elaborazione  del pensiero che eleva l’uomo in alto, facendogli intravedere la visione di Dio.

Nicky Di Paolo

 

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