Bottego (e l’Omo), questo sconosciuto

Alberto Vascon, maggio 2009

 

Negli ultimi tempi sono in molti a scrivere di Bottego. C'è chi ne parla bene, chi ne evidenzia solo i lati oscuri, chi cerca di dare risalto all'esploratore più che all'uomo. E' necessario un patrimonio culturale per poter dare giudizi sereni e corretti sull'operato di un uomo che ha dedicato la sua vita, nel vero senso della parola, alla ricerca dell’avventura.

 

Leggiamo lo scritto di PDP su Qui TOVRING.

 

Cominciamo questo mese una galleria

di ritratti di protagonisti di importanti

spedizioni: piccoli grandi eroi del

nostro Paese che hanno positivamente

influenzato la storia di tanti popoli

 

Così veniva presentata da Qui TOVRING, nel lontano gennaio 1999, una rubrica di PDP sugli esploratori italiani, che iniziò con la pubblicazione delle gesta di “Romolo Gessi, il Garibaldi d’Africa”.

 

Nel numero di marzo uscì l’articolo su Vittorio Bottego:

 

 

Dalla presentazione:

 

 

In verità:

:

1)      l’Omo è in Etiopia

2)      il fiume era stato esplorato da Jules Borelli dieci anni prima dalle sorgenti del Ghibiè di Ennaria fino alla confluenza col Mazè e Bottego era alla ricerca della foce

3)      il lago Turkana era stato scoperto da Samuel Teleki nel 1888

 

All’inizio dello scritto un'altra inesattezza, e cioè che Bottego è nato a San Lazzaro Parmense, mentre è nato a Parma[i]. Più avanti apprendiamo che

 

… proseguì oltre i monti dominati dal massiccio del Gughè, per raggiungere, nel giugno  del 1896, lo sconosciuto fiume Omo…

 

Come abbiamo visto, l’Omo non era un fiume sconosciuto, ma era nota anche la sorgente ed il suo percorso fino alla confluenza con il Mazè (cioè metà percorso), dove Bottego lo raggiunse e continuò l’esplorazione del Borelli.

 

Anche il percorso  attribuito al  Bottego (indicato in rosso nella cartina sulla rivista) è inesatto:

 

 

Bottego non raggiunse il Nilo Azzurro, ma trovò la morte a Daga Roba alle falde del Tullu Ualèl. Ecco, segnato in giallo, il percorso di Bottego sovrapposto alla cartina precedente:

 

 

Anche il percorso della prima spedizione Bottego è approssimativo mentre quello corretto è il seguente disegnato in giallo:

 

 

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Sempre a proposito di Bottego, ricordiamo “Etiopia - L’ultima avventura[ii]. È il resoconto di una serie di sei spedizioni (1993, 1995, 1996, 1998)  fatte in Etiopia per commemorare il centenario della II spedizione Bottego. È un bel libro, illustrato con una serie di belle fotografie e scritto a cura della REG, Associazione Sportivo-Culturale con sede a Scarlino Scalo, luogo di nascita di Carlo Citerni, uno dei componenti la spedizione, che è sopravissuto assieme a Lamberto Vannutelli. I protagonisti viaggiano con le Toyota, ma anche con i deltaplani a motore, con i gommoni sull’Omo, a piedi, arrivano ad Arba Minch, da qui scavalcano il monte Gughé (4200 m.), raggiungono la valle dell’Omo, scendono il fiume con i gommoni, visitano i Mursi, vanno a Mizàn Tafarì, cercano di raggiungere i Surma senza riuscirci, passano da Gambella e arrivano sulla collina di Daga Roba, dove trovano i resti del monumento a Vittorio Bottego. Poi, con l’ultima spedizione del 1998 raggiungono i Surma con il classico viaggio in aereo fino a Tum e poi a piedi.

 

Un gran bel libro, dicevamo, salvo che per alcuni piccoli nei:

 

- Sul risvolto di copertina leggiamo che Bottego è partito da Brava nel 1892 (è partito nel 1895).

- A pag. 19 leggiamo che gli autori hanno fotografato nel parco del Nech Sar gazzelle, zebre, zebù e altri animali selvatici. Gli zebù sono i buoi etiopici con la gobba: 

 

Zebù etiopico

 

- A pag. 86 troviamo una cartina che indica i siti di Koobi Fora, West Turkana e Allia Bay in Etiopia, mentre in realtà si trovano in Kenia:

 

Koobi Fora, West Turkana e Allia Bay sono indicati erroneamente in Etiopia

 

- Da pag. 181 a pag. 186 sono mostrati  animali che in Etiopia non esistono più (giraffe, elefanti, leoni, ghepardi e zebre di Grevy), e le foto chiaramente sono state fatte in Kenia o in Tanzania. Questa ad esempio sembra fatta nel cratere del Ngorongoro:

 

In Etiopia non esistono rinoceronti. Questa foto è stata scattata nel cratere del Ngorongoro in Tanzania

 

- Alle pag. 214-215  una foto recente è stata posta di fianco a quella del Bottego, per cui si presume essere il Baro vicino a Gambella; ma così nonè, dato che queste sono le cascate dell’Auasc vicino a Metahara, che non c’entra per nulla con il viaggio di Bottego:

 

Il Baro fotografato dalla spedizione Bottego

L’Auasc vicino a Metahara

 

Ecco il Baro che ha visto Bottego:

 

Via via che ci inoltriamo, il fiume va restringendosi e diviene impetuoso… esso è fiancheggiato da enormi massi… Qui i monti ormai cominciano ad addossarsi al fiume…

 

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A pubblicare inesattezze sulla sorgente dell’Omo si è occupato anche AS sulle pagine di Qui TOVRING[v]:

 

… fu l’esploratore Vittorio Bottego, alla fine dell’Ottocento, a scoprire durante una feroce e tragica spedizione le sorgenti del fiume.

 

Una piroga usata come traghetto per collegare una sponda all’altra del fiume Omo.

 

Ancora una volta ci viene proposta una foto diversa. Questo infatti non è il fiume Omo, ma è evidenteche è un lago; il paesaggio che si vede sulle sponda è un paesaggio dell’altopiano, e l’uomo seduto nella piroga non appartiene ad una delle etnie del basso Omo, come si vede da questo ingrandimento:

 

 

È infatti vestito come uno dell’altopiano e potrebbe essere un oromo.

 

Un carò sull’Omo

 

Questa è la piroga usata come traghetto per collegare una sponda all’altra del fiume Omo.

                             

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CL sul Corriere della Sera scrive:

 

[vi]

 

Un’intera pagina del Corriere dedicata a Vittorio Bottego dove si legge fral’altro:

 

Qualcuno, Vannutelli, Sacchi, non importa chi, qualcuno gli indica giù, tra i cespugli, quel movimento nero… luccicare di sudore e di fucili...

 

E qui, sulla collina di Daga Roba, muore Vittorio Bottego. Ma Sacchi era già morto da un pezzo, vicino al lago Margherita.

 

 

 

 


 

[i] Vittorio Bottego, un ambizioso eroe di Africa, Manlio Bonati, Silva Editore 1997, pag. 23

[ii] Etiopia - L’ultima avventura 100 anni dopo Vittorio Bottego, R.E.G. Ricerche Esplorazioni Geografiche, Riemma Editore, 1998

[iii] Etiopia, Andrea Semplici, ClupGuide 1996, pag. 351

[iv] Luoghi dell’infinito N. 91 dicembre 2005

[v] Qui TOVRING gennaio 2002

[vi] Corriere della Sera 21-5-08

 

 

 

 

 

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